2025
di Beatrice Spezia
- Regia: Oliver Laxe
- Attori: Sergi López, Bruno Núñez, Jade Oukid, Stefania Gadda, Richard Bellamy
- Genere: Drammatico
- Paese: Francia, Spagna
- Durata: 120′
- Al cinema dal 8 gennaio 2026
Marocco meridionale. Luis (Sergi López) e il figlio Esteban (Bruno Núñes Arjona) si recano in un remoto rave party alla ricerca di Mar, figlia di Luis e sorella di Esteban, scomparsa mesi prima in una di questi sfrenati ed allucinati ritrovi. Le speranze di trovarla sono pressoché nulle, ma essi decidono di seguire un gruppo di raver in un’altra festa nel deserto.
Presentato al 78° Festival di Cannes, questo lungometraggio si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria.
La pellicola è il racconto, un viaggio più mentale che fisico. Cattura lo spettatore e difficilmente gli fa distogliere lo sguardo dallo schermo. Ogni inquadratura, ogni battuta, ogni gesto hanno un senso definito, mai banale e sono studiati nel minimo dettaglio. Il tutto accompagnato da una strepitosa colonna sonora. La musica, in particolare quella elettronica, ha un ruolo fondamentale in questo film: i brani, composti da Kangding Ray, creano una atmosfera di mistero presente in tutta la pellicola. Ogni singolo suono annulla la “distanza” tra spettatore e film: Il pubblico si immerge totalmente nel racconto, in un vivido coinvolgimento emotivo.
Ogni singolo personaggio ha una sua storia, una sua peculiarità, ha sia delle ferite interne ma anche esterne. Nonostante la diversità e la complessità di ogni protagonista, alla fine emergono sofferenti similitudini, e la condivisione dello stesso destino come anime in pena. Qualsiasi disagio e qualsiasi cicatrice che ogni personaggio ci presenta pare contemporaneamente volerli annullare, percorrendo sia un viaggio mentale (alla ricerca di se stessi) sia un viaggio fisico (sulla ardua strada dal Marocco alla Mauritania).
Il regista Óliver Laxe ha l’intento di raccontarci luoghi e persone ai limiti, di fatto emarginate, creando una tensione costante tra spiritualità e materia, tra rito e quotidiano. Anche i film precedenti dell’autore, come “O que arde” o come “Mimosa”, si contraddistinguono da paesaggi remoti come se fossero territori interiori.
Un’altra tematica presente nelle pellicole di Óliver Laxe è l’esplorazione delle fragilità umana e della grandezza del riscatto, che l’uomo può conquistare attraverso ardue imprese fisiche. Infine, per il regista, l’immagine diventa un gesto morale, un modo di interrogare il mondo e di riconciliarlo con il mistero.


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