Die My Love

  • Regia: Lynne Ramsay
  • Attori: Jennifer Lawrence, Robert Pattinson, Lakeith Stanfield, Sissy Spacek, Nick Nolte
  • Genere: Drammatico
  • Paese: Canada
  • Durata: 117′
  • Al cinema dal 27 novembre 2025

Montana. Grace (Jennifer Lawrence) si trasferisce con il marito Jackson (Robert Pattinson) nella casa di famiglia del marito, sperando di ricominciare da capo la sua vita, segnata da una gravidanza turbolenta. La vita di campagna, inizialmente, sembra far rinascere la coppia ma la depressione post-partum di Grace e i continui viaggi di lavoro di Jackson portano la coppia ad affrontare una profonda crisi. Questi periodi di lunga assenza da parte del marito portano Grace a pensare a tradimenti di quest’ultimo, ma non è ben chiaro se essi siano fondati o frutto del delirio della protagonista.

Presentato al 78° Festival di Cannes, è il quinto lungometraggio firmato da Lynne Ramsay. Come nei precedenti film della Ramsay la tematica è quella del rapporto della donna con la maternità ed il disagio: in questa pellicola emergono, per l’appunto, argomenti come la depressione post-partum in un contesto di solitudine.

In un altro film intitolato “A Beautiful Day” le donne sono costrette a prostituirsi (con il protagonista che cerca di aiutarle ad uscire da quella condizione) e, in “We Need to Talk About Kevin”, la protagonista Eva mette da parte la sua carriera per crescere il figlio Kevin, con il quale, però, avrà un rapporto conflittuale.

Il rapporto tra madri e figli, dunque, è un argomento davvero centrale (quasi ossessivo) per la regista.

La differenza principale di questa pellicola rispetto all’intera filmografia della regista è il l’ansioso bisogno di raccontare una tematica così problematica come quella del post partum e l’incapacità di terze persone, in questo caso da parte del marito e della suocera Pam (Sissy Spacek), di aiutare Grace. La figura maschile, interpretato da Robert Pattinson, è sì sofferente, ma è altrettanto ambiguo: è vero che, per via del suo lavoro, è spesso via, ma non si capisce bene se la vuole aiutare (portandola in un centro psichiatrico) perché  pensa che la compagna ne abbia bisogno o se è perché è lui stesso si sente sofferente nel vederla in quello stato. 

Pam (Sissy Spacek), madre di Jackson, inizialmente sembra empatizzare con Grace, ma, in realtà, non vede l’ora che il figlio abbia una vita migliore senza preoccupazioni dettate dagli sbalzi d’umore della persona che gli sta accanto.

La metafora di tutto il film è evidente: saper scegliere se stare accanto a una partner con dei problemi d’umore evidenti o se lasciarla andare, sapendo che potrebbe essere una scelta dolorosa per entrambi.

Classificazione: 3 su 5.

Da

Una replica a “Die My Love”

  1. Avatar Giancarlo
    Giancarlo

    Bella recensione

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