Tre ciotole

  • Regia: Isabel Coixet
  • Attori: Alba Rohrwacher, Elio Germano, Silvia D’Amico, Galatea Bellugi, Francesco Carril
  • Genere: Drammatico
  • Paese: Spagna, Italia
  • Durata: 120′
  • Al cinema dal 9 ottobre 2025

Dopo un banale litigio, Marta (Alba Rohrwacher), insegnante di educazione fisica e Antonio (Elio Germano), chef in ascesa, si separano dopo alcuni anni di convivenza. Marta reagisce isolandosi e comincia ad avere problemi di rapporto con il cibo finendo poi per scoprire di essere gravemente malata. Antonio si butta completamente nel lavoro da chef del suo ristorante ma, sebbene sia stato lui a lasciarla,  non riesce a dimenticarla.

Il film è un adattamento dell’ultima raccolta di racconti di Michela Murgia, che la regista fonde in un’unica narrazione costruendo una storia compatta. Le tematiche tratte dal testo della scrittrice: separazione, incomprensione di coppia,  malattia grave, con tutte le dolorose implicazioni che condizionano i rapporti familiari, sono sicuramente interessanti da analizzare e sviscerare da varie angolazioni e punti di vista.
Purtroppo la Coixet rimane  alla superficie di questa complessa problematica facendo crollare il film  in una serie di luoghi comuni che annullano il coinvolgimento emotivo nei confronti della storia narrata.
Le varie sottotrame : problemi legati alle  alunne di Marta, rapporti di coppia e familiari in generale, il confronto con  la malattia, il rapporto con il cibo e via dicendo, chiaramente presenti nei racconti scritti, nel film stanno a se stanti dando alla pellicola  un senso  di frammentarietà.
La sceneggiatura superficiale impedisce anche ai due interpreti principali di esprimere al meglio le loro ben note capacità recitative. Marta e Antonio sono due personaggi poco caratterizzati e credibili, così come le figure minori di contorno.

Tre ciotole è stato presentato in anteprima mondiale al TIFF – Toronto International Film Festival 2025.

Classificazione: 1.5 su 5.

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Una replica a “Tre ciotole”

  1. Avatar Maria vittoria Marsicano
    Maria vittoria Marsicano

    Un film frammentario che prova a sollevarsi dalla sua inconcludenza, inneggiando all’ottimismo. Il messaggio di speranza fa sempre bene al cuore ma la forma,sempre più spesso, è anche sostanza.
    Il funerale del piccione poi è una scena kitsch.

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