2024
di Miriam Dimase
- Regia: Brady Corbet
- Attori: Adrien Brody, Guy Pearce, Felicity Jones, Joe Alwyn, Raffey Cassidy, Stacy Martin, Isaach De Bankolé, Alessandro Nivola
- Genere: Drammatico, Storico
- Paese: Gran Bretagna
- Durata: 215′
- Al cinema dal 6 febbraio 2025
La storia di László Tóth (Adrien Brody), un architetto ungherese di origine ebraica che sopravvive all’Olocausto e si trasferisce negli Stati Uniti nel dopoguerra. László cerca di ricostruire la sua vita e carriera, affrontando sfide personali e professionali mentre persegue il sogno americano.
Con un progetto monumentale e ambizioso, Brady Corbet dà vita a una creazione che parte umilmente, quasi come un riflesso della vita del protagonista, per poi arrivare a un climax in grande stile, sottolineando in modo simbolico il trionfo della sua visione e del suo percorso umano. La regia minimalista e austera nella prima parte riflette la fatica e la lotta del protagonista, un uomo che si trova a confrontarsi con le macerie – materiali ed emotive – del dopoguerra. L’architettura brutalista, a cui il titolo fa riferimento, diventa una metafora visiva potente: come i massicci edifici di cemento esprimono forza e funzionalità, così il protagonista incarna la capacità di costruire qualcosa di monumentale anche partendo da una condizione di fragilità.
Man mano che il film prosegue, l’evoluzione estetica e narrativa accompagna l’ascensione del protagonista: si parte con uno stile diretto e lineare, per poi approdare a una messa in scena sempre più maestosa e densa di eventi, riflettendo il crescente successo del protagonista. L’aspetto interessante è che questa progressione non appare mai casuale: il film sembra voler sottolineare come il successo, nella sua forma più pura, non sia solo una questione di fortuna o talento, ma un percorso che si costruisce con dedizione e sacrificio. In altre parole, lo stile del film è il successo del protagonista.
Presentato in concorso alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, si è aggiudicato il prestigioso Leone d’argento per la migliore regia.


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