Nosferatu

  • Regia: Robert Eggers
  • Attori: Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin, Willem Dafoe, Simon McBurney, Ralph Ineson
  • Genere: Horror
  • Paese: USA, Repubblica Ceca
  • Durata: 132′
  • Al cinema dal 1 gennaio 2025

Inizio del XIX secolo: nella cittadina tedesca di Wisborg Thomas Hutter (Nicholas Hoult), un giovane che cerca di farsi strada nel mondo dell’immobiliare, accetta la proposta del suo capo di recarsi in una remota regione dei Carpazi per far firmare un contratto di vendita di una residenza ad un oscuro conte locale di nome Orlok (Bill Skarsgård). Contraria alla partenza è Ellen, appena sposata da Thomas e che è vittima fin dall’infanzia di incubi e visioni di un essere mostruoso…

Dopo il classico film muto e capolavoro dell’ Espressionismo tedesco di F.W. Murnau del 1922 sul conte Orlok, o Nosferatu, il “malvagio” è entrato nell’immaginario collettivo come il vampiro metafisico, onirico, fatto di ombre terrificanti. Dopo il primo remake di Herzog, con un Klaus Kinsky che ci offre un Nosferatu elegante e lugubre,  quasi romantico, ecco il secondo remake di Robert Eggers: Nosferatu, un mostro che rimane sempre sul crinale tra un raccapricciante e reale esponente del male e una espressione solo del dentro della protagonista, frutto della sua attrazione verso il male assoluto, totalizzante. Pur essendo ambientato agli inizi del XIX secolo, il film affronta diverse tematiche riferite più all’oggi: una di natura più intimista, psicoanalitica, è quella della passione che diventa ossessione, unitamente al bisogno di essere accettati, per paura di rimanere soli; altra tematica attuale è quella della paura della pandemia, con le immagini terrificanti dei topi che si infilano ovunque, forieri di pesti distruttive.

Questa “modernizzazione” di Nosferatu porta a un personaggio, visivamente spesso nascosto, orripilante ma non particolarmente spaventoso e che non convince completamente, lasciandoci con la dicotomia di mostro reale esterno o incubo personale interno, immaginario di un’ossessione della protagonista. A questo proposito è decisamente più interessante la prima parte del film, più vicina ai canoni dell’horror, in cui il Conte viene descritto nel suo ambiente, che non la seconda parte, in cui la figura di Nosferatu non trova sia una precisa raffigurazione visiva sia un unico ruolo ben definito.

Classificazione: 3 su 5.

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