Hiver a Sokco
2024
di Serena Pasinetti
- Regia: Koya Kamura
- Attori: Bella Kim, Roschdy Zem, Mi-hyeon Park, Ryu Tae-ho, Gong Do-yu
- Genere: Drammatico
- Paese: Francia, Corea del Sud
- Durata: 104′
- Al cinema dal 11 dicembre 2025
A Sokcho, in Corea del Sud, al confine con la Corea del nord, Soo-ha (Bella Kim), una giovane ragazza franco-coreana lavora in una piccola pensione. Non ha mai lasciato il suo paese e non ha mai conosciuto il padre. Quando alla pensione arriva Yan Kerrand (Roschdy Zem), misterioso artista francese di graphic novel in cerca di ispirazione, tra i due nasce un rapporto particolare, fatto più di silenzi che di parole.
Abituati ormai a un cinema coreano di pesante denuncia sociopolitica, fatto di immagini/situazioni estreme che descrivono un Paese in cui discriminazioni di classe, corruzione e violenza sono presenti a tutti i livelli, colpisce piacevolmente una pellicola come Inverno in Corea in cui vengono affrontate tematiche diverse, più intime e personali.
La giovane donna di origine franco-coreana incontra quest’uomo francese, avvolto nel mistero, e verso il quale sente un’attrazione particolare. Nasce un rapporto di difficile definizione, con cui la regia riesce a giostrare perfettamente, tanto da farci via via cambiare opinione, (infatuazione, amore verso una figura paterna mai avuta, ammirazione per l’artista) fino a suscitare la classica domanda “ma come andrà a finire”?
Il rapporto così particolare e sfaccettato nasce più dalle situazioni che dalle parole, dallo ‘spiare’ il misterioso lui che lavora, dal sognare di disegnare insieme a lui. E la separatezza, difficile da gestire, della stanza in cui lavora l’artista e la stanza da cui la ragazza lo spia, è il confine, non solo quello personale tra loro due, ma anche quello tra le due Coree, tra la Corea e la Francia, tra l’Oriente e l’Occidente.
È su questa separatezza, non solo geografica ma anche culturale e di storie e vissuti personali, che il film ci porta a riflettere, e sulle scelte da compiere per trovare, anche se faticosamente, la nostra identità…
Il film è tratto da un libro, che ha avuto ottimi riscontri e premi in Francia, della scrittrice Elisa Shua Dusapin (autrice franco-coreana cresciuta tra Parigi e Seoul) ed edito con il titolo di Inverno a Sokho.


Lascia un commento