Norimberga

di Miriam Dimase

• Regia: James Vanderbilt
• Attori: Rami Malek, Russell Crowe, Michael Shannon, Leo Woodall
• Genere: Drammatico
• Paese: USA
• Durata: 148′
• Al cinema dal 18 dicembre 2025

All’indomani della Seconda guerra mondiale, il tenente colonnello Douglas Kelley (Rami Malek), psichiatra dell’esercito americano, riceve un compito inedito: valutare la sanità mentale di Hermann Göring (Russell Crowe) e degli altri gerarchi nazisti in attesa di giudizio al processo di Norimberga. Mentre il giudice Robert Jackson  (Michael Shannon) lavora alla costruzione di un tribunale internazionale, nelle celle si consuma un duello psicologico serrato tra il medico e il suo “paziente”, in cui le giustificazioni del potere e l’orrore dei crimini si scontrano. Il film è tratto dal libro The Nazi and the Psychiatrist di Jack El-Hai.

Il film è girato con uno stile molto classico, quasi da grande kolossal da tribunale, e punta tantissimo sui dialoghi e sugli attori. Proprio questa scelta però, a tratti, lo rende un po’ troppo spettacolare e didascalico: i cattivi finiscono quasi per sembrare “interessanti”. Göring, in particolare, viene spesso mostrato come un antagonista brillante, ironico e pieno di carisma, e il suo punto di vista rischia di prendersi più spazio del dovuto.

Quando il gerarca rinfaccia agli americani l’uso della bomba atomica, si tocca uno dei punti più delicati: mette a confronto gli orrori del nazismo con le violenze degli Alleati. Da una parte passa il messaggio che la guerra, dovunque si combatta, non porta mai davvero qualcosa di “giusto”; dall’altra c’è il rischio di mettere sullo stesso piano responsabilità molto diverse.

Nonostante questi limiti, il film colpisce nel mostrare quanto il confine tra normalità e mostruosità sia sottile. La tensione continua tra la condanna del nazismo e il fascino del male rimane aperta, e lascia addosso allo spettatore un’inquietudine che, se da un lato è interessante, dall’altro segna anche il punto debole del film.