La venue de l’avenir
2025
di Miriam Dimase
- Regia: Cédric Klapish
- Attori: Suzanne Lindon, Abraham Wapler, Julia Pianton, Vincent Macaigne, Zinedine Soualem
- Genere: Commedia, Sentimentale
- Paese: Francia
- Durata: 124′
- Al cinema dal 13 novembre 2025
Nella Francia di oggi un gruppo di sconosciuti viene convocato per discutere una misteriosa eredità: sono infatti tutti discendenti da un’unica donna, Adèle Meunier (Suzanne Lindon), che alla fine dell’Ottocento aveva lasciato la Normandia per cercare la madre a Parigi. Frugando tra vecchie foto, lettere e dipinti, quattro degli eredi riescono a ricostruire gli amori e le incredibili vicende della loro antenata, vissuta nel cuore della Belle Époque e della trionfale stagione dell’Impressionismo.
Il film parte da un’idea semplice ma suggestiva costruendo un ponte tra due piani temporali con un montaggio a specchio: i flashback non interrompono la narrazione, la modulano come pennellate successive sullo stesso quadro, finché passato e presente finiscono per illuminarsi a vicenda.
I segni “parigini” sono presenti — atelier operosi, piccoli ménage à trois, la libertà frizzante della Belle Époque — e arrivano come convenzioni quasi dovute, servono a mettere a fuoco il cuore del progetto: la connessione tra pittura impressionista e fotografia fino alla nascita del cinema. Un filo conduttore chiaro e amichevole, che rende comprensibile anche a chi non ha riferimenti tecnici come queste arti “sorelle” trovino nel cinema un punto comune: la luce che racconta.
Detto questo, l’abbondanza di cliché può risultare un po’ insistita. A qualcuno potrà venire voglia di accelerare quando tornano per l’ennesima volta certi gesti o certe trovate “da manuale”. Allo stesso tempo, proprio quell’eccesso ha un lato giocoso: se lo si prende come un piccolo carosello di citazioni affettuose, la ripetizione diventa parte del divertimento e strappa più di un sorriso. Insomma, dipende da quanto si è disposti a entrare in questo gioco di rimandi.
Nel presente, il gruppo degli eredi funziona con naturalezza e un tono da comitiva: si punzecchiano senza cattiveria, si aiutano quando serve, ognuno porta un colore diverso e l’insieme risulta subito simpatico. Le battute girano leggere, i caratteri si incastrano bene e seguire le loro dinamiche è semplice e piacevole. Suzanne Lindon dà ad Adèle un’energia gentile: curiosa, concreta, con quella caparbietà che fa tenere il filo tra emozione e “storia” senza pesare.
In sintesi, una commedia leggera che fa della continuità tra pittura, fotografia e cinema il suo biglietto da visita. Ideale per una serata serena e per uscire dalla sala con un buonumore discreto.


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