A Simple Accident
2025
di Serena Pasinetti
- Regia: Jafar Panahi
- Attori: Midjid Panahi, Ebrahim Azizi, Vahid Mobasseri, Mariam Afshari
- Genere: Drammatico
- Paese: Iran, Francia, Lussemburgo
- Durata: 101′
- Al cinema dal 6 novembre 2025
Una famiglia composta da padre, madre e figlia percorre di notte una strada su un’auto che, improvvisamente, investe un cane. La vettura subisce dei danni e deve fermarsi per la riparazione. Durante la sosta un uomo che si trova sul posto crede di riconoscere nel conducente dell’auto un agente dei servizi segreti, suo aguzzino in carcere. Riesce successivamente a sequestrarlo, ma, nel momento di mettere in atto la sua vendetta, comincia a dubitare di aver catturato la persona sbagliata. Cercherà allora conferme in altri che, come lui, avevano subito dal sospettato violenze e soprusi.
Dopo il periodo trascorso in carcere e l’ultimo film, Gli orsi non esistono (2023), Jafar Panahi torna al cinema con una pellicola che, partendo da una situazione quasi banale (un cane investito da un’auto), cresce con una tensione inarrestabile per dare vita a una potentissima analisi del Potere in Iran e più in generale nel mondo contemporaneo.
Panahi sviluppa il film su grandi contrasti dimostrando però come non esistano solo il bianco e il nero ma molte zone di grigio, sede del dubbio, alla base dei rapporti personali e sociopolitici.
Contrastanti sono i personaggi in continuazione nel passaggio da accusati ad accusatori, violenti o non violenti, aguzzini e vittime, con una difficoltà conseguente dello spettatore a giudicare chi ha torto e chi ha ragione, a prendere le parti di uno o dell’altro, a scatenare il desiderio di vendetta ma subito dopo anche far nascere la voglia di perdonare.
La corruzione continua presente in vari episodi del film invece di suscitare la ferma condanna è raccontata in modo spesso ironico e risibile tanto da essere accettata come qualcosa di inevitabile.
Dramma e commedia si mescolano in continuazione e ridiamo là dove le situazioni sono fortemente drammatiche e, quando la situazione si fa pesante otre misura, Panahi interviene con momenti ironici di sdrammatizzazione.
Una grandissima metafora del Potere che, con le sue regole, i divieti, la paura di crollare sotto le spinte rivoluzionarie è, come il Grande Fratello, onnipresente e inarrestabile Sicuramente però un uomo, un regista come Panahi e con lui gli altri registi iraniani continueranno, ognuno a proprio modo, fuori o dentro l’Iran, a raccontare il loro Paese al mondo intero con il potentissimo linguaggio del Cinema.
Vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2025.


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