Tardes de soledad
2024
di Amanda Gris
- Regia: Albert Serra
- Genere: Documentario
- Paese: Francia, Portogallo, Spagna
- Al cinema dal 8 settembre 2025
Il regista catalano Albert Serra pedina per molti mesi il più celebre torero contemporaneo, il peruviano Andrés Roca Rey, filmando circa venti corride. Alterna immagini forse più prevedibili, ma non per questo meno sconvolgenti e violente dentro l’arena, ad altre decisamente più intime: i minuti che precedono l’esibizione, segnati dal meticoloso rituale della vestizione, e quelli che la seguono, quando l’intero team si ritrova in un piccolo van per commentare quanto appena accaduto.
La tauromachia, ai nostri tempi, è un tema controverso, soprattutto in Spagna e negli altri paesi in cui è ancora praticata. Serra sceglie di evitare ogni implicazione politica, ad esempio escludendo lo sguardo sul pubblico, che oggi può essere associato a una certa destra folcloristica e conservatrice, ma che per buona parte del Novecento era costituito da una platea ampia e trasversale, attratta da uno spettacolo crudele ma avvincente, capace di creare celebrità.
Il protagonista, classe 1996, è giovane e moderno, presto diventato un’icona per i nuovi appassionati. Serra lo presenta in modo enigmatico: dietro lo sguardo fisso e inespressivo, dietro le smorfie che esibisce quando è in azione, non è chiaro se prevalgano carisma, coraggio, incoscienza o spiritualità. Lo stesso regista ha ammesso di non essere riuscito a conoscerlo meglio rispetto all’inizio del progetto, nonostante oltre 700 ore di girato. Roca Rey, da parte sua, non ha apprezzato il risultato finale, giudicandolo “troppo violento” e privo di una adeguata dimensione epica. Più tradizionali i personaggi di contorno: la cuadrilla composta da picadores e banderilleros, diretti e grotteschi, quasi pasoliniani nella loro semplicità e schiettezza colta anche in dialoghi stranianti.
Serra era pronto a filmare persino la morte del torero, ma si è limitato a documentare alcuni gravi incidenti. La morte del toro, invece, non manca mai: ripetuta, lenta e inesorabile, fino all’ultimo respiro. Pomeriggi di solitudine non è un film per tutti e può essere rifiutato a priori per il tema trattato o per l’estrema violenza di alcune immagini. Ma, se lo si affronta senza preconcetti, diventa un’esperienza immersiva, capace di restituire un’opera artistica senza filtri né manipolazioni (nonostante l’enorme lavoro di montaggio), sospesa in un’atmosfera rarefatta tra vita e morte, intimità e presenza scenica, modernità e tradizione.
Presentato al Festival di San Sebastián 2024, il film ha vinto la Concha de Oro come miglior opera, confermando Serra come uno degli autori più radicali e coerenti del cinema contemporaneo.


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