2025
di Serena Pasinetti
- Regia: Kathryn Bigelow
- Attori: Idris Elba, Rebecca Ferguson, Gabriel Basso, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos, Moses Ingram, Jonah Hauer-King, Greta Lee, Jason Clarke
- Genere: Drammatico, Thriller
- Paese: USA
- Durata: 112′
Alla Casa Bianca, i funzionari del governo degli Stati Uniti si affannano per gestire un missile nucleare in arrivo, lanciato da una potenza straniera sulla città di Chicago. Inizia una corsa per stabilire chi è il responsabile e come reagire.
Il film segna il grande ritorno di Kathryn Bigelow che costruisce un tesissimo thriller sui diciannove minuti che separano il mondo da una possibile catastrofe nucleare. E sul senso d’impotenza sulle scelte da operare. La sceneggiatura di Noah Oppenheim, giornalista esperto in materia nucleare e già presidente della NBC, porta avanti un racconto in cui la suspense non cede mai, usando una struttura particolare del film. I diciannove minuti vengono rimessi in scena tre volte, da tre situazioni diverse, con tre possibili punti di azione/reazione che si intersecano come un puzzle in cui la Bigelow immerge noi tutti spettatori ma anche possibili attori, in un luogo dove un missile potrebbe colpirci in ogni momento.
La tensione cresce continuamente, con il procedere del film. Il risultato è una pellicola in cui l’accumulo di informazioni finisce per accrescere il senso di impotenza.
Altre motivazioni accrescono il senso di paura. Da una parte sembra non essere successo nulla dal periodo della guerra fredda quando, come dice la regista, la regola era nascondersi sotto i banchi di scuola in caso di attacco nucleare, dall’altra nonostante la strumentazione sofisticata non si riesce a individuare la provenienza del missile e soprattutto non si capisce chi deve decidere e come ci si deve muovere.
L’incertezza permane tale per tutta la pellicola, la regia attenta della Bigelow ci trascina in questa incertezza. I nemici stessi sono difficili da individuare, neppure gli strumenti più sofisticati sono in grado di darci risposte.
La Bigelow sembra lanciare un messaggio ancora più terribile, dopo l’individuazione e l’uccisione di un nemico “reale” come Bin Laden ( oggetto del suo film precedente). Ora non conosciamo più neppure i processi decisionali, le reazioni e gli interrogativi di chi dovrebbe governare una situazione di pericolo di fronte a unapossibile guerra nucleare.
Del resto il film esordisce con una didascalia che ci dice senza mezzi termini che il limbo post guerra fredda è terminato. Come dirà un personaggio verso la fine, la “casa di dinamite” è il mondo in cui otto miliardi di persone conducono le proprie esistenze. Una casa imbottita di esplosivo in cui però abitiamo senza starci tanto a pensare, su una polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento per opera di sconosciuti.
In concorso alla 82^ Mostra del Cinema di Venezia.


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