2025
di Miriam Dimase
- Regia: Jim Jarmusch
- Attori: Tom Waits, Adam Driver, Mayim Bialik, Charlotte Rampling, Cate Blanchett, Vicky Krieps, Sarah Greene, Indya Moore, Luka Sabbat, Françoise Lebrun
- Genere: Commedia, Drammatico
- Paese: USA, Irlanda, Francia
- Durata: 110′
- Al cinema dal 18 dicembre 2025
Il nuovo film di Jim Jarmusch, presentato in concorso all’82ª Mostra del Cinema di Venezia è diviso in tre episodi e tre luoghi differenti, ognuno autonomo ma con fili sottili che li collegano tra un paesino del New Jersey, Dublino e Parigi.
Al centro, i nodi irrisolti tra genitori e figli, raccontati con quell’ironia discreta e l’intimità domestica che Jarmusch sa far emergere da tavoli, cucine e tazze di caffè. Le inquadrature richiamano Coffee and Cigarettes (fuori concorso a Venezia 2003), stessi piani fissi e pause pensate, ma stavolta senza sigarette.
Un filo ulteriore che unisce gli episodi è l’utilizzo delle automobili, quasi fossero personaggi secondari. Nel New Jersey la narrazione parte lungo una stradina stretta e piena di fossi, percorsa da un’auto nuova fiammante: il protagonista ci tiene a sottolineare che è ibrida, come a voler dimostrare di essere al passo coi tempi, anche se il paesaggio agreste e le relazioni in sospeso tradiscono un senso di fragilità e dissonanza. A Dublino, invece, l’auto di uno dei personaggi si rompe nel momento meno opportuno, in netto contrasto con l’altro che ostenta modernità e finge di muoversi con mezzi innovativi, quasi a voler nascondere la propria incapacità di affrontare la realtà. A Parigi, infine, una macchina vecchissima si fa largo tra le vie strette della città, diventando il simbolo di una nostalgia resistente, capace di muoversi lentamente in un contesto urbano che cambia troppo in fretta.
In ognuno dei tre episodi le auto non sono semplici veicoli, ma elementi drammaturgici che riflettono caratteri, contraddizioni e percorsi interiori. Un po’ come accadeva in Night on Earth, Jarmusch le utilizza per parlare di viaggio, di distanza e di avvicinamenti: le strade percorse diventano metafora di relazioni che si perdono, si inceppano o trovano, finalmente, una direzione.


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