Warfare – Tempo di guerra

  • Regia: Alex Garland, Ray Mendoza
  • Attori: Joseph Quinn, Kit Connor, Will Poulter, Cosmo Jarvis, Noah Centineo
  • Genere: Guerra
  • Paese: USA, Gran Bretagna
  • Durata: 95′
  • Al cinema dal 21 agosto 2025

Ramadi, Iraq, 2006: una pattuglia di Navy Seals viene inviata in territorio ostile per supportare l’imminente avanzata delle truppe americane e occupa una palazzina abitata da civili. Ben presto, però, i soldati diventano il bersaglio di nemici invisibili, e prestare loro soccorso o evacuarli si rivelerà molto difficile.


Solo un anno dopo aver raccontato una guerra civile negli Stati Uniti con Civil War (2024) – un film che culminava con l’assedio della Casa Bianca in un futuro prossimo e inquietante – Alex Garland sembra completare il proprio lavoro e al tempo stesso spostare il discorso sul terreno della memoria e della realtà storica. In Warfare, infatti, affronta un episodio realmente accaduto in Iraq, affiancandosi come regista e sceneggiatore a Ray Mendoza, ex militare, già consulente di Hollywood, che partecipò a quella missione e da anni desiderava metterla in scena basandosi sui propri ricordi e su quelli dei compagni di quel giorno.
A differenza di molti film di guerra che scelgono di alternare l’azione con momenti di vita privata dei protagonisti – si pensi a The Hurt Locker (2008) di Kathryn Bigelow o American Sniper (2014) di Clint Eastwood, entrambi ambientati in Iraq – Garland e Mendoza optano per una scelta radicale. Dopo un breve incipit e prima di un epilogo che mostra i veri reduci riuniti sul set, lo spettatore viene proiettato per novanta minuti, quasi in tempo reale, all’interno dell’edificio assediato. È un’esperienza claustrofobica e totalizzante, simile a un videogame ma senza alcuna possibilità di interazione o distacco.
Se in Civil War lo sguardo era mediato dai fotoreporter, qui siamo immersi in prima persona nel cuore dell’azione. La crudezza e l’atrocità della violenza sono mostrate senza filtri, fino a diventare insostenibili. Manca totalmente la musica ma il sound design è essenziale. Nella lunga attesa, si susseguono ordini, comunicazioni radio e lunghi silenzi; quando inizia la battaglia, tutto esplode in urla, spari, granate, aerei, carri armati un frastuono continuo che sostituisce qualsiasi commento o spiegazione.
La regia rinuncia volutamente a ogni dimensione epica. Non conosciamo nulla dei protagonisti – il loro passato, il loro carattere, le loro aspirazioni – se non ciò che vediamo: la complicità e l’unione assoluta di un gruppo di uomini costretti a sopravvivere insieme.
Warfare non è un film per tutti. Può essere visto come un puro esercizio di stile, uno spettacolo tecnicamente impeccabile e coinvolgente; può essere detestato per la violenza che mette in scena; oppure può essere interpretato come un film radicale e necessario, che senza sovrastrutture politiche o morali interroga lo spettatore sul senso stesso della guerra, sull’inutilità di missioni dal fine oscuro, sul destino di giovani uomini mandati allo sbando e sui costi enormi – umani, economici, ambientali – di ogni singolo episodio che compone un conflitto.

Classificazione: 3.5 su 5.

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