Blazing Fists

Blue Fight

2025

di Miriam Dimase

• Regia: Takashi Miike
• Attori: Gackt, Wataru Ichinose, Susumu Terajima, Anna Tsuchiya, Konatsu Kato
• Genere: Azione
• Paese: Giappone
• Durata: 119′

In concorso al Milano Film Festival 2025, Blazing Fists è il nuovo, potente capitolo nella filmografia di Takashi Miike, che torna a esplorare i temi della colpa, della violenza e della redenzione. La storia segue Ikuto e Ryoma, due giovani detenuti in un riformatorio giapponese, che stringono un’amicizia profonda mentre cercano di sopravvivere in un ambiente ostile. Una volta rilasciati, cercano una via di riscatto partecipando a un torneo di kickboxing, ma la narrazione va ben oltre la semplice redenzione sportiva: uno dei due, infatti, è stato condannato ingiustamente.

Il film scava nelle ferite dell’ingiustizia e nella complessità del diventare adulti in un mondo che non perdona. Tra le sequenze più memorabili, spicca una lunga scena in cui una rissa con una gang si fonde con l’allenamento sul ring: violenza e disciplina diventano due facce della stessa battaglia interiore. Tuttavia, proprio qui emerge uno dei limiti del film: la regia di Miike, pur efficace, a tratti sfocia nell’autocompiacimento visivo. La scena, per quanto stilisticamente potente, risulta forse troppo prolungata, rischiando di spezzare il ritmo narrativo.

Blazing Fists non manca di riferimenti a Audition, capolavoro disturbante del regista. Il concetto di “provino” ritorna come metafora di giudizio e trasformazione. Ma anche qui si avverte un leggero senso di déjà vu, come se Miike tornasse su terreni a lui familiari senza sempre aggiungere nuove sfumature.

Esteticamente vicino ai manga giapponesi per ritmo, espressività e iperviolenza, il film è un’opera furiosa e struggente. Nonostante alcune sbavature stilistiche e narrative, Blazing Fists resta un’opera intensa, che colpisce allo stomaco e al cuore, confermando Miike come uno dei pochi autori capaci di trasformare la violenza in poesia disturbante.