Cure

  • Regia: Kiyoshi Kurosawa
  • Attori: Kōji Yakusho, Masato Hagiwara, Tsuyoshi Ujiki, Anna Nakagawa
  • Genere: Thriller, Drammatico
  • Paese: Giappone
  • Durata: 111′
  • Al cinema dal 3 aprile 2025

L’ispettore Takabe (Kōji Yakusho), un uomo metodico e ossessionato dal controllo, indaga su una serie di omicidi inspiegabili. I colpevoli, persone comuni, non ricordano il gesto, ma hanno tutti eseguito lo stesso rituale, come se fossero stati ipnotizzati. Al centro di tutto c’è Mamiya (Masato Hagiwara), un uomo enigmatico che sembra avere il potere di insinuarsi nelle menti altrui e annullare la loro volontà.

L’orrore dell’identità dissolta.

Kiyoshi Kurosawa costruisce un thriller psicologico che scava nelle crepe della mente umana, toccando temi profondi come la salute mentale, la solitudine e il desiderio di essere compresi. Il regista esplora il memerismo, un concetto che si basa sulla trasmissione di idee e comportamenti come un virus mentale. Mamiya non uccide direttamente, ma pianta un seme nella psiche delle sue vittime, facendo emergere impulsi repressi. La sua figura è quella di un “medium del vuoto”, che svuota le persone della loro identità fino a ridurle a semplici esecutori. In una società giapponese dominata dalla frenesia del lavoro e dalla pressione della perfezione, questo tema diventa ancora più inquietante: cosa accade quando si perde la capacità di autodeterminarsi? Takabe è il simbolo di una società che schiaccia gli individui. È un uomo metodico, devoto al lavoro, ma schiacciato dal peso di una moglie mentalmente instabile. Il suo bisogno di ordine si scontra con un mondo che gli sfugge di mano. La sua ossessione per il caso non è solo professionale, ma personale: vuole capire cosa spinge le persone a compiere atti così estremi, forse perché teme che possa succedere anche a lui. Mamiya, invece, è il suo opposto. La sua calma inquietante è disarmante, il suo continuo rispondere con domande mostra una totale incapacità di connessione umana, eppure riesce a entrare nella mente degli altri con un’abilità quasi sovrannaturale. La sua forza sta nel comprendere le debolezze altrui, mentre Takabe lotta con il proprio bisogno di essere capito.

Un finale ambiguo e disturbante lascia lo spettatore con una sensazione di smarrimento, proprio come il suo protagonista. La violenza, in fondo, è solo un sintomo di qualcosa di più profondo: la fragilità della mente umana, il desiderio di controllo e la paura di perderlo.

Cure è quel thriller psicologico che esplora l’orrore non come qualcosa di esterno, ma come un veleno che si insinua lentamente dentro di noi.

Classificazione: 4 su 5.

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Una replica a “Cure”

  1. Avatar mspasinetti

    Una lettura perfetta di uno straordinario disturbante film

    "Mi piace"

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