1951
di Serena Pasinetti
- Regia: Vittorio De Sica
- Attori: Francesco Golisano, Emma Gramatica, Paolo Stoppa, Brunella Bovo, Guglielmo Barnabó, Anna Carena, Arturo Bragaglia, Erminio Spalla, Virgilio Riento, Gianni Branduani
- Genere: Drammatico, Commedia, Fantasy
- Paese: Italia
- Durata: 100′
Trovato sotto un cavolo dall’anziana Lolotta (Emma Gramatica), il buon Totò (Gianni Branduani da piccolo, Francesco Golisano da adulto) finisce in orfanotrofio alla morte della madre acquisita. Uscitone anni dopo, prende possesso con altri diseredati di un terreno alla periferia di Milano che si rivela ricco di petrolio. Alcuni ricconi della città però vogliono entrarne in possesso…
Il film è tratto dal romanzo “Totò il buono” di Cesare Zavattini, che è anche sceneggiatore del film insieme a Vittorio De Sica.
La pellicola è una decisa denuncia politica in forma di fiaba: i poveri appaiono sempre aggregati, nel collettivo, anche se non sempre solidali; i ricchi individualisti ostentano con abiti costosi il loro benessere borghese, retaggio del recentissimo e negativo passato fascista.
Diversamente da altri film “neorealisti” di De Sica, come Ladri di Biciclette, questa pellicola è surrealista, tanto da apparire in buona parte il racconto onirico del protagonista, con momenti di comicità assoluta e di grande poesia. Evidenti le atmosfere che richiamano il cinema di Charlie Chaplin.
Quando uscì, il film non fu accolto positivamente perché conteneva, a parere dei detrattori, un pericoloso messaggio sovversivo e/o perché questi “poveri” non rivendicavano la lotta di classe. Il film oggi è rivalutato per il suo aspetto poetico e surreale. La scena finale, non temiamo di rivelare nulla, dei disperati che si librano liberi verso il cielo su manici di scopa rimane una delle scene più iconiche del cinema italiano.


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