2024
di Serena Pasinetti
- Regia: Paolo Cognetti
- Attori: Paolo Cognetti
- Genere: Documentario
- Paese: Italia
- Durata: 72′
- Al cinema dal 25 novembre 2024
Dopo il successo de Le otto montagne – tratto dal suo omonimo romanzo e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, vincitore del Premio della Giuria a Cannes 2022 – Paolo Cognetti arriva al cinema con Fiore mio, il primo film scritto, diretto e interpretato dallo scrittore, prodotto Samarcanda Film, Nexo Studios, Harald House e EDI Effetti Digitali Italiani con il sostegno della Film Commission Vallée d’Aoste.
Protagonista di Fiore mio – che è stato presentato nel 2024 al Locarno Film Festival e al Festival dei Popoli di Firenze – è il tema più viscerale della poetica di Cognetti: quella montagna che l’autore ha esplorato anche nel documentario Sogni di Grande Nord diretto da Dario Acocella, dove ha seguito le tracce del Christopher McCandless di Into the Wild negli incredibili e remoti scenari dell’Alaska. Questa volta il viaggio di Paolo Cognetti si fa più vicino allo spettatore e racconta la sua montagna: il Monte Rosa.
Quando nell’estate del 2022 l’Italia viene prosciugata dalla siccità, Paolo Cognetti assiste per la prima volta all’esaurimento della sorgente della sua casa a Estoul, piccolo borgo posto a 1700 metri di quota che sovrasta la vallata di Brusson. Questo avvenimento lo sconvolge profondamente, tanto da far nascere in lui l’idea di voler raccontare la bellezza delle sue montagne, dei paesaggi e dei ghiacciai ormai destinati a sparire o cambiare per sempre a causa del cambiamento climatico.
Cognetti racconta così la sua montagna sulla falsariga de Le 36 vedute del monte Fuji di Hokusai, un’opera in cui l’artista giapponese ritrasse il Fuji cambiando continuamente i punti di vista e raccontando la vita che scorre a vari livelli.
Nel suo viaggio sul Monte Rosa Cognetti non è solo: con lui ci sono il direttore della fotografia Ruben Impens, conosciuto sul set de Le otto montagne e che firma anche la fotografia di Fiore Mio, e le persone incontrate durante questo viaggio.
Come l’amico di una vita Remigio, nato e cresciuto in val d’Ayas, di cui conosce ogni luogo e custodisce la memoria. Ma ci sono anche Arturo Squinobal, una vita dedicata alle montagne e un volto che ne ricorda le tracce, e sua figlia Marta, che Paolo conosce sin dall’infanzia e che ha trasformato l’Orestes Huette nel primo e unico rifugio vegano delle Alpi. E ancora, ci sono Corinne e Mia, donne dei rifugi. C’è il silenzioso eppure tagliente Sete, sherpa d’alta quota che ha scalato tre Ottomila, Everest, Manaslu e Daulaghiri, e si divide tra Italia e Nepal: lavora qui d’estate e d’inverno, mentre in autunno e in primavera fa la guida per i trekking in Himalaya, dove ha moglie e figli. E poi c’è il cane Laki, inseparabile compagno di camminate.
Fiore mio non è solo un documentario nel senso di “documentare” che cosa sta succedendo alle montagne care a Cognetti e non è un film di finzione: è un po’ di tutto questo ma soprattutto è un film sull’amicizia e sui rapporti. Emergono personaggi che sono soprattutto amici di vecchia data o nuovi conosciuti attraverso il film.
Ed è un film sui rapporti tra le persone ma soprattutto nei riguardi della montagna di coloro che gestiscono i rifugi e che raccontano il loro vissuto e il loro “dentro” in questi luoghi solitari.
Su tutto giganteggia il profondo rapporto tra Cognetti e il suo cane Laki: inseparabili e straordinari nel loro instancabile camminare.


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